Girasoli di città, qui in fondo al vicolo
Pozze di vino spesso, non sono più lo stesso
Ghibli1, portami con tè, là, sopra il vicolo
Schivando i panni stesi, gatti e piccioni obesi
Onde, onde
Nella notte vin brûlé
Onde, onde clandestine
Come pellicole d’essai
Alla luce dei lampioni rotti scordo le parole
Scordo la chitarra e i gatti che saluteranno il sole
Alla luce di una luna d’osso perdo la memoria
Lascio da pagare il vino rosso, tanto presto tornerò
Espedienti di poesia, qui sento musica
Corde di mandolino, l’Oriente è più vicino
Fiori ti regalerò, sì, gemme candide
E petali al fortunale prima che sia Natale
Onde, onde
Voci di periferia
Onde, onde clandestine
E profughe in una birreria
Alla luce di un lampione storto, degli scheletri sul mare
Delle nebbie abbandonate in porto e delle pallide lampare
Alla luce di una luna opaca, galleggiando a stento
In questa melma nera di cloaca presto mi addormenterò
Onde, onde
Voci di periferia
Onde, onde clandestine
E profughe in una birreria
Onde, onde
Nel frastuono di città
Onde rifugiate dentro il forno
Che brucia baklava
Alla luce di un lampione storto, degli scheletri sul mare
Delle nebbie abbandonate in porto e delle pallide lampare
Alla luce di una luna opaca, galleggiando a stento
In questa melma nera di cloaca presto mi addormenterò
- 1. nome con cui viene chiamato in libia il vento proveniente da sud-est scirocco